Attualmente viviamo in un’epoca in cui il concetto d’amore è stato totalmente rivisitato a causa del “boom” dei social media. Oggi le coppie si chiamano e si inviano messaggi per tutto il giorno ma quando si tratta di passare ai fatti si mostrano sotto una luce completamente diversa. Spesso i litigi si generano semplicemente per via di un “like” ad una foto, per aver iniziato a seguire qualcuno sui social o magari a causa di un messaggio un po’ ambiguo sul cellulare.
Lo strenuo uso del cellulare nel corso degli anni ha alimentato la gelosia e l’insicurezza delle persone. Secondo uno studio indipendente condotto in Argentina su 1000 persone è risultato che il 78% ha controllato almeno una volta il cellulare del proprio partner pur sapendo di non poterlo fare. I dati più inquietanti sono quelli emersi quando si sono studiate le motivazioni che generalmente ci sono dietro a questo tipo di abitudini. Il 29% delle persone che ha preso il cellulare senza permesso lo ha fatto per ricavare informazioni, il 6% per installare un’app per spiare il partner e un altro 6% per installarne una di geolocalizzazione.
Quali sono le sezioni dello smartphone più “colpite”? Al primo posto troviamo la galleria fotografica, che cela sempre i nostri segreti più reconditi. Subito dopo ci sono i social network e le app di messaggistica. Resta solo un’ultima domanda: queste accuratissime operazioni di “spionaggio” servono realmente a qualcosa? La verità come al solito sta nel mezzo. Il 27% degli argentini ha affermato di aver scovato qualcosa che il partner nascondeva gelosamente. Dall’altro lato c’è però da dire che avere questo tipo di abitudine spesso può diventare fonte di paranoie e a sua volta generare inutili litigi.
Quando ci lasciamo assalire dalla gelosia e non riusciamo a toglierci certe idee malsane dalla testa l’ideale non è accedere ai dati personali del partner. Spesso le coppie non parlano delle proprie paure e tendono a sotterrare tutto per evitare di generare delle “crepe”. Questo “modus operandi” in realtà è più dannoso che altro. Le cose che risolvono tutto sono il dialogo aperto e la totale trasparenza.