La parola “Karma” viene usata molto spesso fuori contesto e questo porta molte persone a travisarne completamente il significato. Per molti è banalmente l’equivalente di “penitenza”, ossia ciò che si paga per aver fatto qualcosa di sbagliato o di crudele. In realtà quello che c’è dietro a questa insolita parola è molto più profondo e assume più sfumature di significato.
Secondo la religione buddhista e quella induista il Karma si associa al giudizio universale, una forza cosmica tale per cui ad ogni azione corrisponde una conseguenza. Si tratta di un’energia invisibile a cui nessuno può sottrarsi e la cui potenza si esplica sulla base del comportamento del singolo. Se una persona si rende protagonista di una cattiva azione deve essere pronto ad affrontarne le amarissime conseguenze. Quando si dice “è tutta una questione di Karma” vuol dire che ogni cosa torna indietro, piacevole o dolorosa che sia.
Ciascuno di noi nasce con la possibilità di essere l’unico vero giudice delle proprie azioni. Grazie al libero arbitrio ognuno si rende padrone della propria vita ed è il primo a sentirne le conseguenze direttamente sulla propria pelle. Ogni volta che mettiamo in circolo dell’energia nell’universo dobbiamo sapere che questa non verrà mai dispersa né tantomeno eliminata. Quando qualcosa ci torna indietro proprio come un boomerang a causa del Karma lo fa con una forza dieci volte maggiore.
Essere consapevoli di come agisce il Karma per di più incide profondamente sulla nostra sfera emotiva. Il più delle volte chi in passato ha sofferto a causa di una persona che si è rivelata crudele è destinato a non replicare per nessun motivo quel tipo di atteggiamento. Chi ha avuto un padre assente, chi è stato tradito da un amico, chi ha avuto una madre eccessivamente controllante è destinato a sviluppare di una sensibilità profonda.